lunedì 21 ottobre 2013

Fermo gioco

“Ho dipinto un quadro e gliel’ho mandato”, “L’ho bloccato su Facebook così non mi parte l’embolo guardando le sue foto”, “Sono andata con un altro e mi è sembrato di stare con lui”, “Deve pensare che io sia morta”.

Stop. Fermo gioco. Ricapitoliamo. Allora, ottobre pazzerello ha decimato gli uomini delle mie amiche. Incredibile da crederci ma il mio telefono sembra quello di un call center. Da un paio di giorni storie, atteggiamenti, tattiche assurde. Ieri sera dovevo accompagnare una sventurata a casa della nonna dell’ex fidanzato. Il momento è stato tragicomico, ha esordito dicendo: “Andiamo a Prima Porta (per motivi di privacy, soprattutto perché mi legge, ho inventato la location) a fare un giro?”. Io: “Ma in un locale?”. Lei: “No a casa della nonna di X”.

Ma ci rendiamo conto dello stato di follia in cui una donna precipita quando un uomo la molla? Di pochi istanti fa l’altra sventurata che mi ha detto: “L’ho bloccato su WhatsApp, ora tolgo pure la data e l’ora dell’ultima visita perché trascorro tutto il tempo col telefono in mano”.

Hey, ma dov’è la forza che abbiamo decantato nei momenti di felicità? Dove i consigli che abbiamo dato alle nostre amiche disperate? Dov’è quella voglia infinita di stare bene?

Succede, come succedono mille cose sbagliate sotto il cielo stellato di questa sera. Vorremmo che tutto andasse per il verso giusto e invece spesso dobbiamo fare i conti con la realtà che non è sempre rosea. Dobbiamo modificare l’atteggiamento per cui un uomo riesca a condizionare le nostre giornate, il nostro umore, il nostro lavoro, la nostra vita. Una relazione deve farci stare bene, deve darci quel quid in più rispetto a uno status da single.

E tra un uomo e una donna, tra un uomo e un uomo, tra una donna e una donna, deve esserci amore, un amore puro. Un amore altruista, un amore che non scappa davanti ai problemi, alle difficoltà. Un amore coraggioso, che non teme di fare errori. E se questo non accade, non è più un problema nostro. Smettiamola di darci colpe che non abbiamo, piuttosto ritroviamo quella forza bruta che ci fa dire: tu non mi fai del male.

Accadrà che una mattina apriremo gli occhi e la pressione allo stomaco sarà sparita, lasciando posto a noi, alla voglia di ripartire, di ricominciare. E questo succede, perché è la vita che chiede di vivere.



Nel frattempo, però, datevi al rap americano, alla preparazione della maratona di New York, all’organizzazione di una cena di beneficenza (anzi un’intera serie di cene in posti diversi).

Ultimo consiglio, fatevi lasciare una lettera di referenze, così la prossima volta, al primo appuntamento, vi presenterete con quella. Ma mute. Così se non gli piace quello che ha letto, non avrete neanche sprecato fiato.


Sophie

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