lunedì 22 luglio 2013

Io, lui e l'altra a casa

Occhi chiari, capelli scuri, bel fisico, sui trentacinque e bello come il sole. Lo noto all’inizio del binario e lo guardo di sfuggita così come si ammirano le cose belle. Capisco che anche lui butta un occhio. 


È domenica sera ed io, di ritorno dal mio week end, mi affretto a convalidare il biglietto e mi dirigo verso una delle carrozze centrali. Il treno è affollatissimo, i posti non sono assegnati ed io ne scelgo velocemente uno che mi permette di avere una buona visibilità: la parte iniziale della terza carrozza non ha i classici salottini ma due file parallele, una decina di persone da una parte e altrettante dall’altra. Sistemo il mio bagaglio e mi accomodo. 

Pochi attimi dopo, entra anche lui e si siede proprio accanto a me. Il treno parte. Io apro la borsa, leggiucchio una rivista, rispondo ad alcuni messaggi. Alzo lo sguardo e di riflesso sul vetro lo vedo che mi fissa. Imperturbabile, continuo nelle mie attività. Riceve una telefonata: “Amore, piccola, sto per arrivare. Che cosa hai preparato? No, la pasta non la voglio, va bene solo arrosto e patate. Ah, ti ho preso un regalino”. Stacca.

Mi striscia il braccio, mi chiede scusa, mi sposto un po’. Apre la valigia, prende un chewing gum, me ne offre uno. Io rifiuto. Mi sento tesa, capisco le sue intenzioni. 

Lui arriva a destinazione, si alza, prende il suo bagaglio e si avvia verso l’uscita. Prima di scomparire attira la mia attenzione, mi guarda, socchiude le labbra e mi manda un bacio. Io resto immobile. Esce. Dopo un attimo, rientra e mi dice: "Posso lasciarti il mio numero". Io: "No". Lui: "Ti prego, posso lasciarti il mio numero". Io: "No, vai via".


Il treno riparte, resto ferma. Penso a lei. La sua donna, sua moglie. Sull’anulare sinistro aveva una splendida fede dorata, dal luccichio, azzarderei, nuova. Ho pensato a lei, alla sua attesa nel vederlo rientrare a casa e ho tremato. 

E mi sono chiesta, fino allo sfinimento: e se a casa ci fossi stata io ad attenderlo? Se dall’altra parte del telefono ci fossi stata io? Se non fossi stata innamorata del mio uomo, se mi fossi lasciata trascinare dal momento, nessuno avrebbe mai visto ne saputo, avrei potuto prendere il suo numero e sarei potuta stare al suo gioco. In un attimo avrebbe distrutto una famiglia, la vita di una donna, la serenità di un’apparenza.


Quell’uomo poteva essere il mio, il marito di mia sorella, il ragazzo di un’amica. Il mio rifiuto non sarà servito a niente e magari, entrando in metropolitana avrà adocchiato un’altra ragazza. Stesso copione. Ma forse con un finale diverso. 


Sophie

2 commenti:

  1. hai fatto benissimo...leggendo il post ho fatto le tue stesse riflessioni...mah che altro dire..

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  2. Moonstyle, solidarietà femminile prima di tutto! Un abbraccio e continua a seguirci

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