martedì 30 aprile 2013

Gli scheletri nell'armadio

Lo scorso fine settimana l’ho fatto. Vi starete chiedendo a cosa mi riferisco... ma al cambio di stagione, sciocchine!

Non so voi, ma a me serve l’attitudine giusta. La consapevolezza che per un numero indefinito di ore mi ritroverò la camera, l’armadio, i cassetti e il letto sottosopra. E allora ci vuole organizzazione, pulizia mentale e sangue freddo. E poi, preparazione di sacchi neri dentro cui inserire gli obbrobri e scatole nuove per la sostituzione di quelle vecchie. 

Le linee guida da seguire sarebbero due: trasferimento del contenuto dell’armadio sul letto oppure selezione del guardaroba estivo e successivo dirottamento in lavatrice. Io non sono riuscita a scegliere perché trasportata dal flusso emozionale delle “visioni”. A cogliermi impreparata, tra le tante cose, la vista di un vestito di raso stropicciato verde bottiglia con strani riportini uncinettati acquistato almeno sette anni fa. Capisco che negli anni la moda sia cambiata, capisco che anche il mio gusto abbia subito un’impennata, ma quella scelta dissennata non me la spiego. E soprattutto, ma perché lo scorso anno non ho pensato di farlo definitivamente fuori? E così, come fosse un atto liberatorio, quasi una scelta di vitale importanza, l’ho lanciato nel sacco nero. La stessa ingloriosa fine l’ha fatta un paio di sandali azzurri con zeppa in corda legati alla caviglia. Ricordo ancora il momento in cui li ho acquistati: era un caldissimo pomeriggio di agosto e in preda a un attacco compulsivo di shopping ho deciso che sarebbero stati miei. Oggi ammetto, di non averli mai indossati. 



Potrei continuare per ore con la descrizione di tutto quello che ho inserito nel grande sacco nero, ma vi risparmio la noia. Le frasi che però hanno caratterizzato la mia giornata sono state due: “come ho fatto a comprare una cosa del genere?” e “con quale gusto dell’orrido ho indossato queste cose?”. Eppure, per ciascuna di esse, ero così convinta.

In definitiva, ho raccolto due grossi sacchi con dentro gonne, pantaloni, maglie, vestiti, scarpe e borse da eliminare definitivamente. Nell’angolo a destra in alto dell’armadio ho collocato quegli indumenti che l’anno prossimo faranno una brutta fine, ma per quest’anno non me la sono ancora sentita di sopprimerli perché, per alcune cose, la morte deve essere lenta e sofferente. Per tutto il resto ho deciso che prima del prossimo cambio di stagione ho necessariamente bisogno di un armadio nuovo, indi di una camera più grande, indi di una casa nuova. E poi, se potessi, anche di un intero guardaroba nuovo di zecca.

P.S. Oggi avrei dovuto scrivere dell’ex del mio fidanzato, ma, trattandosi di tema assai complesso e delicato, ho bisogno di far alzare la polvere e lasciare che si depositi di nuovo.

P.S.2. Quella in foto non è la mia cabina armadio. Ma… lavori in corso!

Sophie

1 commento:

  1. ahaha... stesso dilemma x tutte me compresa...certi capi non riusciamo proprio a farli fuori forse perchè ci ricordano qualcosa che inconsciamente non vogliamo rimuovere chissà... :p

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